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Affrontare la morte di un proprio caro o di qualcuno di significativo, è uno degli eventi più importanti e tragici della nostra esperienza umana. Le situazioni emotive che si possono dover affrontare sono svariate: la difficoltà nel rendersi conto di ciò che è accaduto, la ricerca di un senso, la disperazione, la rabbia, la tristezza, la preoccupazione per il defunto, il dover pensare alla propria nuova quotidianità, il senso di colpa e altro ancora. E’ innegabile la complessità di un quadro di questo tipo ed è inevitabile il bisogno della persona di trovare una strada che le permetta di sentire gradualmente alleviarsi il dolore, di esprimere, condividere ed elaborare i propri vissuti.
Purtroppo per vari motivi il normale processo di elaborazione e di accettazione della perdita, può bloccarsi o venire ostacolato.
Oggi è ormai risaputo l’effetto benefico di un mantenimento del legame con la persona mancata e l’Induced After Death Communication (esperienza di comunicazione con la persona perduta, che avviene dopo la sua morte grazie a uno stato di ricettività indotto) è una terapia che permette di portare il paziente ad uno stato ricettivo, affinchè possa avvenire un’esperienza di comunicazione col defunto oltre ad un’elaborazione del dolore per la perdita . Questa metodologia di intervento (l’acronimo è IADC) è la grande scoperta dello psicoterapeuta americano Allan Botkin, che la realizzò nel corso del proprio lavoro clinico con i reduci di guerra.
La procedura di IADC (che avviene in due sedute di un paio d’ore ciascuna), può essere attuata da sola oppure venire integrata in un trattamento psicoterapeutico più ampio. Da ciò nasce la possibilità di una radicale rilettura dell’evento luttuoso e con essa l’acquisizione di una rinnovata serenità. Affinché questa forma di psicoterapia conduca all’esperienza curativa occorrono di norma due sedute di due ore ciascuna, per un totale di quattro ore. Il costo complessivo delle quattro ore di psicoterapia è di circa 300 euro.